LA QUIETE E LA TEMPESTA

di Morgana

PROLOGO
 
"E' proprio una bella giornata" pensò Françoise mentre preparava ad Ivan la colazione. 
Il sole era molto caldo, una stupenda mattina primaverile in un inaspettato e tanto atteso periodo di pace.
La base era semivuota di giorno, sono così rari questi momenti di tranquillità, che quando capitano tutti ne approfittano per dedicarsi ai loro hobby, 
o per fare dei viaggi.
Punma, Albert e Geronimo erano partiti da 2 giorni per un'escursione sul monte Kajii, forse sarebbero tornati in serata.
Bretagna e Chang andavano ogni giorno in città ognuno per i loro affari.
Joe e Jet erano partiti invece già da una settimana. Joe l'ha comunicato a Françoise all'ultimo momento e senza dirle molto, 
fu Jet a lasciarsi sfuggire che sarebbe andati a correre un rally insieme.
Françoise non era stupita da questo comportamento, solo rassegnata. Non riusciva a capire Joe.
Non avrebbe mai cercato di seguirli, non era nel suo carattere essere invadente, eppure lui continuava a nasconderle ciò che faceva, 
quasi avesse paura di rivelarle una parte importante di se.
Scosse la testa per cacciare i pensieri. Guardò l'oceano risplendere davanti a se e pensò: "Si, forse anche io dovrei prendermi una vacanza!"
 
CAPITOLO 1
 
Françoise bussò leggermente alla porta dello studio del dott. Gilmore, questi rispose: "Vieni pure, 003".
Gilmore ormai era in grado di riconoscere anche dal semplice bussare chi c'era dietro la sua porta.
Françoise si accomodò su una sedia vicino alla scrivania, si guardò intorno per vedere se erano soli e poi disse: 
"Dottore, vorrei andare via qualche giorno, per riposarmi e distrarmi un po'"
Gilmore trasalì, 003 si era sempre allontana mal volentieri dalla base nei momenti di pace e solo per motivi importanti,
si era quindi abituato a pensare che lei non ne sentisse il bisogno.
"Certo 003, vai pure tranquilla, approfitta di questo periodo per dedicarti un po' a te stessa". 
Françoise sorrise appena e poi aggiunse: "Un'ultima cosa, dottore", Gilmore fece segno di continuare.
"001 sa dove andrò, sa come contattarmi, in caso di necessità, ma vorrei che, oltre voi due, nessuno sappia dove mi trovo".
"Certamente" replicò il dottore mentre lei era già uscita dalla stanza, "ha sempre uno sguardo così triste" pensò vedendola andar via.
Gilmore si rendeva conto di quanto in realtà 003 fosse importante all'interno del gruppo. 
Tutti avevano sempre bisogno di lei e tutti erano pronti a qualsiasi cosa per difenderla.
"E' la meno forte e la più esposta al pericolo, eppure è per tutti un punto di riferimento." sussurrò, ma si rendeva anche conto di quanto fosse facile per tutti
dimenticarsi di lei, della donna che c'era oltre la macchina.

Il sole era quasi al tramonto ormai, Françoise, prese la sua auto dal garage, salutò Bretagna e Chang appena tornati e scivolò oltre l'orizzonte.
"Ha fretta la ragazza!" commentò ironico Bretagna.
"E ora chi ci prepara la cena?" disse sconsolato Chang prima di accorgersi che stavano tornando anche gli escursionisti.
"Wow, c'è Geronimo, allora mi preparerà lui qualcosa di buono".
 
CAPITOLO 2
 
Era già notte inoltrata quando Françoise raggiunse la sua meta.
Fece in tempo a girare la chiave della sua stanza prima di crollare stanca sul letto morbido che conosceva bene.
Il suo rifugio era un albergo oltre le colline ad ovest della città in cui fuggiva quando proprio non ce la faceva più.
Quando riaprì gli occhi era già tardo pomeriggio, si rese conto con stupore di aver dormito più di 12 ore, era davvero tanto che non dormiva così a lungo.
Fece una doccia e poi scese a fare una passeggiata in cortile. Si sedette in un piccolo chiosco e ammirò il tramonto, con lo sguardo sereno e non si accorse 
che qualcuno la stava guardando.
Quando si voltò un uomo le sorrise e indicò la panchina su cui lei sedeva: "La disturbo?"
Françoise fece cenno di accomodarsi.
"L'ho vista così assorta nei suoi pensieri, avevo paura di darle fastidio, sta aspettando qualcuno?"
"No, sono qui da sola."
"E' qui da molto?"
"Sono arrivata stanotte, penso di fermarmi qualche giorno"
"Come mai una bella ragazza come lei, in un posto come questo?"
"Vengo qui quando ho bisogno di stare un po' da sola, è un posto tranquillo questo e molto rilassante"
"Davvero? Io sono già stufo di stare qui, e sono arrivato da appena 3 giorni, confesso che lei è il primo vero motivo per cui sarei disposto a restare"
Françoise sorrise arrossendo.
"Comunque il mio nome è Paul, sono uno scrittore."
"Molto piacere, io sono Françoise e sono una ballerina di danza classica"
I due parlarono a lungo e alla fine Françoise accettò di cenare quella stessa sera in sua compagnia, passarono una piacevole serata.
Quando rientrò nella sua stanza, al buio, si accorse di non aver mai pensato, neanche per un attimo, alla base, agli altri cyborg, alle missioni.
Si accorse di aver passato finalmente una serata come una ragazza normale.
 
CAPITOLO 3
 
Quando Joe varcò il grande cancello di ferro battuto, con la sua bella auto fiammante, Jet, seduto sul sedile accanto disse sorridendo: "Siamo a casa, amico".
Joe scese dalla macchina e si stiracchiò per levare la fatica del lungo viaggio.
Si guardò intorno. La base sembrava vuota per quanto silenzio la avvolgeva.
Jet prese le valige e insieme si diressero all'interno del castello.
Finalmente cominciarono a riconoscere le voci dei loro amici. Quando entrarono nel grande salone erano tutti lì ad accoglierli.
Tra abbracci e risate sembravano davvero una famiglia, ma Joe si accorse subito della mancanza di Françoise. L'aveva cercata con lo sguardo tutto il tempo.
Nessuno faceva riferimento a lei, pensò che poteva essere uscita per delle compere in città ed evitò di domandare.
Quando ormai era arrivata la sera però, si decise e bussò alla porta di Gilmore.
"Accomodati 009".
"Salve, Dottore, tutto bene?"
"Sì, e voi avete passato una bella vacanza?"
"Sì... ci siamo divertiti...ma..."
"Cosa è successo?"
"No a noi nulla, qui piuttosto... è successo qualcosa?"
"No, tutto tranquillo, quasi non sembra vero di potersi gustare tanti giorni di pace".
"E' vero... ma... forse siamo stati via troppo?"
"009 perché mi chiedi questo? Se avessi avuto bisogno di voi vi avrei chiamati!"
"Ma... 003?"
Gilmore trattenne a stento un sorriso "003 è partita due giorni fa per motivi personali"
"Le è successo qualcosa?"
"No, credo voglia solo distrarsi un po', è stata sempre qui a prendersi cura di 001 mentre voi eravate tutti altrove, avrà accusato all'ultimo la stanchezza"
"Ma dove è andata? Quando torna?"
"Non lo so"
"Come? Non l'ha detto? Non è possibile! E se dovessimo aver bisogno di lei?"
"Stai tranquillo, 001 sa dove e come rintracciarla, ma vuole stare da sola e mi ha chiesto di non rivelare a nessuno dove è andata"
"E se le succedesse qualcosa?"
"Ma perchè ti preoccupi, è in grado di badare a se stessa, tu hai avuto la tua vacanza."
La frecciatina di Gilmore colpì Joe in pieno petto. "Va bene allora se è tutto a posto, vado a disfare i bagagli" ed uscì.
Gilmore assaporò il gusto del suo buon tabacco da pipa guardando fuori.
"Eh... troppe cose sfuggono al nostro controllo caro Joe" pensò fra se e sé.
 
CAPITOLO 4
 
"Ciao Françoise, hai visto che splendido sole oggi?"
"Bellissimo, Paul".
Françoise sorrise al suo nuovo amico, era più bella che mai.
"Andiamo a fare una passeggiata?"
"Volentieri"
Scesero lungo un sentiero e arrivarono alla riva di un laghetto immerso nel bosco.
Dopo la lunga camminata però Françoise parve rattristarsi.
"Che cos'hai?" chiese Paul.
"Nulla, sono solo stanca, preferirei tornare in albergo adesso."
"Va bene, torniamo".
Quando Françoise fu nuovamente sola nella sua stanza si sdraiò sul letto a pensare.
"Non mi mancano, non mi manca nessuno, sto bene qui... No... non è vero, mi mancano, ma so che loro non hanno bisogno di me, forse sarebbe meglio per tutti se...
...se sparissi, sono di troppo, non mancherò di certo a nessuno, nessuno si starà chiedendo di me", ma quel nessuno aveva un nome ben preciso.
Una lacrima le bagnò la guancia sinistra.
Improvvisamente qualcosa riportò alla realtà Françoise, sentì delle voci avvicinarsi, molto rumore, 
non fece in tempo a capire cosa stesse succedendo che la porta della sua stanza fu distrutta da un'esplosione, 
cercò di combattere inutilmente contro i robot dei fantasmi neri, ma fu inutile, venne presto catturata da uno di essi. 
"Mi dispiace 003, peccato per il tuo bel visino".
Françoise alzò lo sguardo per vedere davanti a sé il viso di Paul, il ragazzo simpatico con cui era uscita piacevolmente in questi giorni. 
Non riuscì a dire nulla, ma il suo sguardo diceva tutto, per l'ennesima volta era stata tradita e usata.
"Che volete da me?" disse mentre qualcosa la colpì da dietro facendole perdere i sensi.
 
CAPITOLO 5
 
Alla base gli 8 cyborg, con il dottor Gilmore, erano riuniti a tavola, cercando di mandare giù dei bocconi color carbone cucinati da Bretagna.
"Avanti ragazzi... ditemi che sono buoni!"
"Buoni come un pugno nello stomaco" disse Jet
"Andiamo...non sono poi così male" disse Geronimo dopo aver finito la sua porzione.
"Tu saresti capace di mangiare anche i sassi" disse ridendo Chang.
Bretagna sconsolato, disse, avviandosi verso la cucina, "Non ce la faccio più, siete degli ingrati, non invidio 003".
Joe alzò lo sguardo, era un po' triste. 
"Shhh... non parliamo di 003 che qualcuno si oscura in viso" ironizzò jet ammicando.
"Credo che quando tornerà se ne vedranno delle belle" rispose Albert.
Joe non rispose alle provocazioni, si alzò dal tavolo e si avvicinò alla finestra. 
Improvvisamente Ivan spalancò gli occhi e cominciò a svolazzare per la stanza in preda ad una specie di trance.
La Sua voce non tardò ad arrivare, metallica e oscura come sempre.
"003 è stata catturata dai Fantasmi neri!"
Joe si girò di scatto verso Ivan "Cosa? Dove? Dov'è?" disse mentre anche tutti gli altri si alzarono preoccupati.
"Dove si trovi ora non riesco a percepirlo, non riesco a contattarla, ma so che era andata a Kurji, oltre le colline ad ovest, alloggiava all'albergo Piccolo lago."
Joe non aspettò che gli altri si muovessero, era già oltre il cancello con la sua auto da corsa.
"Ragazzi, facciamo attenzione, soprattutto a 009, temo sia una trappola". Disse Gilmore mentre si preparavano a partire col Dolphin.
 
CAPITOLO 6
 
"Mi scusi, sto cercando mia sorella, alloggiava qui, ma da due giorni non ho notizie, il suo nome è Françoise Arnaud".
Il ragazzo alla reception non controllò il nome sul registro, ma disse: "No, mi dispiace, nessun Arnaud".
Joe trovò la cosa molto strana e senza farsi vedere cercò la stanza dove Françoise poteva aver alloggiato. 
Si accorse che al secondo piano una delle porte di una stanza era stata cambiata da poco, più nuova rispetto alle altre, una signora passò di lì, chiese:
"Salve, sto cercando mia sorella, si chiama Françoise Arnaud, probabilmente alloggiava in questa stanza, lei ricorda di averla incontrata?"
La signora riflettè qualche minuto poi disse: "Una ragazza carina, occhi azzurri, alta, biondina? Ma certo! Era sempre in compagnia di un ragazzo, 
ma dopo quella strana esplosione, non l'ho più vista, ho pensato che fosse andata via per lo spavento".
"Quale esplosione?" e.. quale ragazzo... pensò Joe fra sé.
"Nella sua stanza, proprio ieri, il portiere ci ha detto che c'è stata una fuga di gas, ma che nessuno s'è fatto male".
"Lei non ha visto e sentito altro?"
"No, in realtà nessuno qui ha visto nulla".
"E il ragazzo che era con lei? Dove posso trovarlo?"
"Anche lui è partito, non saprei."
"Grazie" Joe voltò le spalle alla donna e scese le scale.
Vide il ragazzo della reception parlare al telefono, anche senza l'aiuto di Françoise era in grado di capire cosa stava succedendo, 
sicuramente stava avvisando l'organizzazione del suo arrivo, quindi tentò di aprire la stanza di Françoise e scoprì che era già aperta. 
Quando fu dentro trovò sul letto un biglietto con scritto "Finalmente sei arrivato! 003 morirà entro 24 ore, trovala".
Fuori dal balcone vide arrivare Jet "002 presto, andiamo al dolphin!" disse.
Jet lo afferrò e volarono via.
 
CAPITOLO 7
 
"Avanti, 001, devi trovarla!" Joe spazientito andava avanti indietro per la stanza.
"Non riesco, provo a chiamarla, ma non ricevo risposta, temo che non sia cosciente".
"Maledizione, devi trovarla!"
Gilmore entrò nella stanza dicendo: 
"Probabilmente hanno trovato il modo di isolare i suoi poteri, dovete cercare un posto in grado di fare da schermo alle frequenze di 003".
"Allora provo a sorvolare la zona" disse Jet.
"Anche noi cercheremo in giro e in città" dissero gli altri in coro.
"Non posso stare fermo qui, farò una ricognizione nel bosco, ragazzi se doveste scoprire qualcosa, correte ad avvisarmi" disse Joe uscendo velocemente dal dolphin.
Mentre Joe vagava nel bosco fu richiamato da Jet "009, c'è una grotta sulla collina in mezzo al bosco, vengo a prenderti e ti ci porto".
"Fai presto!".
Arrivarono lì in un attimo, la grotta sembrava deserta, presto furono raggiunti dagli altri.
Entrarono per ispezionarla, sembrava davvero deserta, ma improvvisamente non riuscirono più a contattare né 001 né il Dolphin 
"Dev'essere certamente qui o in qualcosa di simile che hanno portato 003. 006 torna al Dolphin e avverti che siamo dentro e che la ispezioneremo a fondo."
"Vado subito" corse via Chang.
Poco dopo entrarono in un'ampia caverna Joe ebbe la strana sensazione di sentirsi osservato e guardò Jet,
in quel preciso istante furono circondati da una trentina di robot dei fantasmi neri. "All'attacco ragazzi" urlò Joe.
La battaglia fu dura, i robot erano molto forti, Joe rimediò diverse ferite al braccio destro e così anche gli altri, fu difficile sconfiggerli tutti.
Esausti videro in fondo una luce, ma una volta giunti alla meta scoprirono un robot più grande.
"AH AH AH, siete caduti nella mia trappola, ora vi distruggerò!" a parlare era Paul dall'interno del Robot.
"Maledetto... ti faremo a pezzi!" disse rabbioso Albert.
"Ragazzi prendiamolo vivo, deve dirci dov'è 003" urlò Joe.
"Vuoi sapere dov'è 003? Presto la raggiungerai 009, un dispositivo a tempo la ucciderà entro qualche ora".
Jet sussurrò a Joe "Pensiamo noi a combatterlo, tu corri da lei"
Joe annuì e azionò l'accellerazione, lasciandosi alle spalle la furiosa battaglia col nemico.
Dopo molte caverne riuscì a vedere Françoise, stesa per terra, addormentata. Era fredda e priva di sensi.
"003...003 rispondi, ti prego!" Cercò di svegliarla, ma Françoise non dava alcun cenno di ripresa.
"Che ti hanno fatto... Françoise...che ti hanno fatto?" Joe piangeva vedendo il viso e il corpo della sua amica devastato.
Era pallida. Fredda. Il suo bel viso senza espressioni. Sentì una fitta al cuore.
"009 finalmente l'hai trovata, dobbiamo uscire di qui in fretta, il robot sta esplodendo" Urlò Jet.
Joe prese tra le braccia Françoise e azionò l'acceleratore.
Si sentì un boato all'interno della caverna, gli altri cyborg guardarono l'uscita della grotta sperando di rivedere i 3 compagni correre fuori.
Uscì solo un grande fumo.
Poi però finalmente riconobbero la sagoma di Jet e gli corsero incontro.
"002 dove sono 009 e 003??? Li hai trovati? 002...002...rispondi!"
"Sono già dal dottor Gilmore!" rispose Jet affaticato dalla lunga corsa e dalla battaglia precedente.
 
EPILOGO

Joe guardò l'oceano davanti alla base, lo sguardo perso nel vuoto e l'eco delle parole del Dottore Gilmore di qualche minuto prima, 
affollarono i suoi pensieri: "Il dispositivo nel suo cervello ha provocato seri danni, ora è stato rimosso, ma 003 è ancora in coma, bisognerà aspettare, 
non si può prevedere l'entità delle conseguenze".
Mai si era sentito così solo come in quel momento. Mai si era sentito così triste.
Si rese conto solo ora di quanto Françoise fosse importante per lui e di quanto lui non avesse mai fatto abbastanza per dimostrarglielo. 
Si sentì responsabile per tutto quello che era successo, per averla lasciata da sola, per non aver esitato a partire senza preoccuparsi di cosa lei avrebbe fatto.
"Non sono degno di lei!" pensò piangendo.
"Joe... non dovresti stare così, sai cosa ti direbbe Françoise? Continua a crederci!" disse Jet sedendosi accanto a lui.
"Ma lei non è qui ora!"
"Ci sarà!"
Joe fissò l'oceano.
"Voi siete uniti da qualcosa di più forte dell'amicizia Joe, voi siete fatti l'un per l'altra e tu devi ammetterlo!"
"Non possiamo mettere in pericolo tutta la squadra per i nostri sentimenti, e non esistono i sentimenti, siamo in guerra continua".
"Non puoi far finta di nulla per sempre, anche così mettete in pericolo voi stessi e noi, della nostra vita ci è stato tolto tutto quello che c'era di bello,
ci siamo ritrovati, senza chiederlo, in battaglia per sopravvivere e per la sopravvivenza del pianeta, tu che puoi, non privarti della possibilità di essere felice".
Joe guardò gli occhi del suo amico "Grazie Jet!"
"Ah... quasi mi dimenticavo, Françoise si sta svegliando, fossi in te, correrei da lei!" disse ammiccando.
Joe quasi non credette a quelle parole, corse nella stanza di Françoise, prima di entrare però Gilmore lo fermò 
"Si sta risvegliando, ci vuole tempo prima che si rimetta, non affaticarla, ma sta bene".
"Grazie Dottore, grazie!" sorrise.
Quando fu dentro la stanza Françoise era stesa sul letto con gli occhi chiusi, ma il suo colorito era più roseo e la pelle calda. 
Joe le sfiorò la mano e lei lentamente aprì gli occhi.
"Françoise... come ti senti?" le accarezzò il viso, spostandole i capelli, avendo cura di non farle male.
La voce di lei era quasi un soffio "Sto bene, Joe!"
"Non affaticarti" Joe avvicinò la sedia al letto.
"Mi dispiace per quello che è successo" disse lui sorridendo.
"Joe, non è colpa tua, ero solo andata via qualche giorno, pensavo di essere al sicuro".
"So perché sei andata via, sapevi che sarei tornato in quei giorni, non volevi vedermi"
"Volevo solo distrarmi un po'!"
"No, volevi evitarmi, evitare di sapere cosa avevo fatto mentre ero via"
"Non ha importanza, tu fai quello che vuoi"
"Avrei dovuto chiamarti, mi dispiace!"
"Non sei obbligato a farlo, Joe!" la sua voce si fece velata di tristezza.
"Non è vero, guardami Françoise, ti chiedo scusa!"
"Scusa di cosa?"
Joe la baciò, fu un attimo immenso.
"Di non averlo fatto prima!" disse soltanto.
F I N E

 

© 20/06/ 2006

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